giovedì


Castrum Vetus   *

E qui, all’ombra di antichi
cipressi dopo la ripida salita
sotto il sole di luglio, riprendo fiato 
osservata da sguardi invisibili
circondata da storie a me ignote 
mi muovo tra pietre senz’anima.

Antenati di un piccolo paese senza storia
ma citato dal Tassoni per sua gloria
e qualche sparuta leggenda
della torre monca che fu della Contessa.

Nessuno narra più di quel pozzo
rasoio degli orrori nella borgata
dai Longobardi fondata

dell’esercito straniero il passaggio
che il Rio degli Spagnoli
ancora oggi rende omaggio

delle vie di Matilde un tempo calpestate
da stanchi pellegrini e viandanti
con carri e i buoi trainanti.

Ma in questo lembo d’Appennino
da zappe e falcetti abbandonato
da poiane solitarie abitato con
grilli petulanti e frenetiche cicale
almeno i poeti vennero
l’anima del creato a cantare.


(* Castelvecchio di Prignano s/Secchia - Modena)

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